Il cristianesimo ha visto dai suoi albori un fortissimo potere simbolico, questo perchè essendo una religion che doveva oltrepassare le categorie sociali e per di più i confine nazionali, ha dovuto per forza appoggiarsi al simbolo ancor prima che alla parola. Infatti lo stesso procedimento arriva dale parabole, racconti semplici che permettono di capire un significato profondo anche ai neofiti. E proprio partendo da questo principio anche nell’uso dei materiali per la celebrazione del rito, il cristianesimo punta sull’uso di materiali specifici.In particolare l’oro.
Infatti come ogni metallo, l’oro è estratto dal terreno, quindi legato alla creazione biblica dell’uomo, quindi trasformato, così come anche l’essere umano dev’essere cambiato dalla redenzione divina e quindi purificato. Una visione che era presente anche nell’antichità pagana così come anche nelle scoperte dell’antropologia, che vedono le età dell’oro, dell’argento, del bronzo e del ferro. Ma proprio come la religione vuole, i metalli sono entità resistenti al tempo e in particolare l’oro che, a differenza del ferro non si ossida, a differenza dell’argento è più lucente, a differenza del bronzo è più prezioso. MA perchè proprio l’oro?
Prima di tutto perchè raro, poi perchè al vertice dei metalli preziosi, quasi un premio come premio è la catarsi che l’uomo deve attraversare (così come il minatore) nelle tenebre della Terra per riuscire a cogliere una pepita dalle dimensioni minime ma dal grande valore: una goccia di verità eterna. Anticamente, inoltre, l’oro era considerato il fuoco della vita, ciò che infonde calore all’esistenza, non per niente era alla base della ricerca degli alchimisti. Chimicamente incorruttibile, così come incorruttibile (in teoria) dovrebbe essere la parola divina (pura nei secoli ma in realtà ampiamente corrotta), l’oro era usato come simbolo di eternità. Era e lo è ancora visto l’amore particolarmente forte della Chiesa nei suoi confronti. Ma era un amora che caratterizzava anche altre religioni come quella egizia che nell’oro e nella sua particolare lucentezza, rispecchiava la forza del dio Sole, quello per mano del quale l’Egitto, insieme al Nilo, riusciva ad essere quella florida e ricca terra che la Storia ci ha tramandato. Un calore che era al contempo vita e benessere. E dal momento che il sole era punto d’incontro fra varie religioni pagane, i vertici della chiesa cristiana hanno pensato bene di adottarlo anche nell’uso rituale creando in oro i propri oggetti liturgici. In questo modo, grazie al simbolismo avrebbero potuto attrarre a se gli adepti del neopaganesimo che, spesso e periodicamente, tornava in auge. Una strategia, però, che venne adottata dopo qualche secolo, almeno stando a diverse fonti che vorrebbero i protocristiani, i cristiani delle origini, dediti alla povertà e lontani da ogni progetto gerarchico all’interno della comunità. Ma la storia, quella più moderna, insegna che le cose sono andate molto diversamente.
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